La legna non è una risorsa inesauribile e dunque in un futuro nemmeno troppo prossimo dovrà terminare; è il quadro emerso nel corso di Progetto Fuoco in è stato sottolineato come l’Italia sia il primo importatore mondiale di legna da ardere e il quarto di cippato. I principali fornitori di legna da ardere dell’Italia (per quanto concerne il quadriennio 2007 – 2011) sono stati la Bosnia-Erzegovina col 31,6% del totale, seguita da Croazia (28,7%), Slovenia (7,8%), Ungheria e Ucraina.
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Per il cippato invece comperiamo soprattutto dall’Austria (24,4%), da Svizzera (17,6%), Slovenia (15,8%), Francia e Germania, ma anche da paesi lontani come Australia, Venezuela e Brasile. Nel 2010 abbiamo acquistato 3 milioni di tonnellate di legna (pellet escluso) per 290 milioni di euro.
Sono dati forniti da Davide Pettenella docente di Economia e Politica Forestale all’Università di Padova, al convegno “Biomasse legnose da filiera corta” svoltosi il 23 febbraio a Veronafiere nell’ambito di Progetto Fuoco. Per trasportare questa legna di scarso valore si usano navi e tir, con un impatto ambientale, da detto l’oratore, tutto sommato contenuto: 132.704 tonnellate di anidride carbonica annua prodotta.
Un altro elemento significativo emerso riguarda l’imminenza di una crisi del legname in Europa: “Tra qualche anno potrebbe mancare, visto che se ne sta usando molto per produrre energia elettrica; le foreste italiane nel 1980 producevano legna per 429 milioni di euro e oggi per 396 e le estese foreste del Veneto sono passate da 21 a 7 milioni”.